Di conseguenza, nel sangue del neonato sono dosabili le stesse concentrazioni di alcol (alcolemia) della mamma. Il neonato può apparire sedato, più irritabile, affaticato nella suzione e possono comparire disturbi del sonno. In dosi elevate, l’alcol può comportare un’intossicazione acuta e danni allo sviluppo. Ribadito che l’astensione dall’alcol in allattamento è la scelta più sicura per la salute del neonato, nel caso in cui la mamma abbia assunto 1-2 unità alcoliche è necessario attendere almeno 2-3 ore prima di allattare.
I bambini esposti al fumo passivo sono destinati a soffrire di malattie respiratorie (bronchiti, polmoniti, tosse e dispnea) e ad essere ospedalizzati di più dei bambini non esposti. È stato dimostrato che le malattie respiratorie nel primo anno di vita aumentano anche nel caso in cui la madre fumi esclusivamente dopo la gravidanza.
Inoltre c’è evidenza di un lieve aumento di otite ricorrente e di otite media sierosa in bambini esposti al fumo di tabacco. Alcuni dati suggeriscono che il ricorso all’adenoidectomia e alla tonsillectomia è fino a 2 volte più frequente nei bambini esposti al fumo passivo rispetto a quelli non esposti.
Infine il fumo passivo aumenta ulteriormente la probabilità di morte in culla e alcune evidenze suggeriscono che l’esposizione ai prodotti di fumo da tabacco possano comportare un aumento del rischio di cancro nei bambini.
Perciò è raccomandato non fumare in casa e in generale nei luoghi frequentati dai bambini, è importante chiedere a chiunque frequenti questi luoghi di fare lo stesso e non portare i bambini in ambienti dove si fuma.
Quando i tentativi di astinenza totale dal fumo dovessero fallire, è necessario adottare , alcuni accorgimenti: ridurre al minimo il consumo di sigarette, evitare assolutamente di fumare prima della poppata, cambiare abiti e lavarsi le mani dopo aver fumato prima di toccare il neonato, non fumare mai in presenza del bambino e, in ogni caso, evitare di fumare in casa o in auto, non condividere il letto con il bambino se non per il tempo necessario per la poppata.
Bisogna comunque proteggere il bambino dal fumo passivo e anche il supporto del padre è fondamentale. Anche le sigarette elettroniche andrebbero evitate in allattamento.
Inoltre, in questi casi, è di estrema importanza indirizzare la neo-mamma a un aiuto e sostegno da parte di un operatore sanitario adeguatamente preparato in merito, con la collaborazione del pediatra di libera scelta.
Si ricorda inoltre che fumare negli autoveicoli in presenza di minori o donne in gravidanza è vietato dalla normativa vigente.
La posizione più sicura per il sonno del bambino è nella stanza dei genitori, vicino al loro letto, ma su una superficie separata (culla o lettino).
La temperatura dell’ambiente dove dorme il bambino non dovrebbe mai essere eccessivamente calda (andrebbe mantenuta tra i 18 e i 20 °C); da evitare anche troppi vestiti e di coperte.
Il materasso dovrebbe essere della misura esatta della culla/lettino e sufficientemente rigido, ed andrebbe evitato l’uso del cuscino: porre il bambino su superfici eccessivamente morbide (anche trapunte) aumenta il rischio di SIDS. Egli dovrebbe essere sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla o del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, che dovrebbero essere ben rimboccate sotto il materasso (il “sacconanna” può rappresentare una valida alternativa).
Inoltre, sulla superficie dove il bambino dorme, non dovrebbero esserci oggetti (es. cuscini, trapunte, piumini, paracolpi, giocattoli di peluche, cordine, piccoli giochi) che possono soffocare, intrappolare, strangolare, ferire il bambino.
Va sottolineato che esso va usato osservando le seguenti precauzioni: tenerlo sempre ben pulito ed evitare di immergerlo in sostanze edulcoranti; se il bambino lo rifiuta non forzarlo e non reintrodurlo in bocca se dormendo lo perde; non usare catenelle o nastri per tenerlo durante il sonno.
Diversi anni fa, uno studio italiano aveva suggerito la possibilità di individuare i bambini con un rischio più elevato di morte improvvisa grazie all’esecuzione di un elettrocardiogramma (test per l’individuazione di un QT lungo). Si è deciso quindi di effettuare un’ampia raccolta di elettrocardiogrammi neonatali in numerosi centri italiani, per valutare la necessità di inserirlo come screening routinario, ma la risposta data dalle prove di efficacia fu negativa. Quello che emerse fu infatti che il 50% dei bambini deceduti per SIDS non era stato riconosciuto dal test; in caso di test positivo, invece, solo un bambino su 70 risultava effettivamente a rischio di SIDS, configurando gli altri come falsi positivi.
Un ulteriore problema è il tipo di trattamento da attuare nei bambini con test positivo: non esistono infatti a tutt’oggi prove dell’efficacia e della sicurezza dei trattamenti farmacologici proposti per la prevenzione della SIDS.
Inoltre, sono più a rischio bambini che hanno presentato episodi apparentemente rischiosi per la vita, detti ALTE (Apparent Life-Threatening Events). Si tratta di episodi caratterizzati da un cambiamento importante del colorito, che diventa pallido o bluastro, da flaccidità o irrigidimento dei muscoli e da arresto del respiro, che richiedono talvolta manovre rianimatorie, come la respirazione bocca a bocca o il massaggio cardiaco. Per questi bambini sono necessari controlli clinici in strutture specialistiche.
Il picco di incidenza della SIDS è fra i 2 e 4 mesi di età, soprattutto nel periodo invernale; la SIDS è rara dopo i 6 mesi e ancor di più nel primo mese. Circa il 60% di bambini morti per SIDS erano maschi.
L’allattamento ha benefici per il bambino: previene patologie sia infantili che dell’età adulta, acute e croniche (es. diabete, obesità). Porta a: riduzione della mortalità postnatale e del rischio di morte in culla (SIDS); minor numero di infezioni, in particolare del tratto respiratorio, e di malattie allergiche; miglior risposta alle vaccinazioni. Soprattutto per quanto riguarda i nati pretermine, il latte materno è un ottimo contributo alle difese immature del bambino.
L’allattamento promuove inoltre lo sviluppo psicomotorio e cognitivo e favorisce il consolidamento della relazione tra madre e bambino.
L’allattamento offre anche benefici per la madre, tra cui: migliore e più rapido recupero dopo il parto; favorita perdita del peso accumulato in gravidanza; minore rischio di emorragie; riduzione del rischio di alcune patologie come tumore al seno, all’utero e alle ovaie, diabete mellito tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Allattare ha inoltre vantaggi economici e pratici per le famiglie (perché è sempre pronto, alla giusta temperatura e varia adattandosi per rispondere ai bisogni del bambino), per il sistema sanitario e per l’ambiente in termini di rifiuti e di risparmio energetico che la produzione di latte artificiale comporta.
Il primo latte è il colostro e viene prodotto già durante la gravidanza. Contiene tantissime sostanze che lo rendono unico e protettivo verso le infezioni, tra cui una grande quantità di calorie sotto forma di proteine e zuccheri.
Al centro di tutto, però, deve sempre esserci la diade e il rispetto dei loro tempi. Inoltre, la continuità del contatto tra la madre e il neonato (che facilita la colonizzazione del neonato con i microrganismi materni) può essere promossa indipendentemente dal tipo di alimentazione.
Le posizioni per allattare sono le più diverse e vale la regola che “se funziona non si tocca”: la mamma può scegliere quella in cui si sente più a suo agio, cambiandola se necessario durante la poppata.
Una posizione di grande aiuto quando il bambino sta imparando a poppare è la posizione semi-reclinata: la mamma né completamente sdraiata né completamente seduta, con la schiena sostenuta e rilassata, e il bambino adagiato sopra l’addome e il torace di lei, a pancia in giù, appoggiato sulla guancia, con le vie aeree libere. Questa posizione ha il vantaggio di lasciare libere le braccia e le mani della madre, che lei può utilizzare per sostenere la schiena e il sederino del bambino.
Per allattare il bambino sedute, tenendolo in braccio, va messo in modo che si appoggi sull’avambraccio dello stesso lato del seno da cui sta poppando, in modo che sia “pancia a pancia” con la mamma. Sempre stando seduta, la mamma può utilizzare anche la posizione incrociata: il bambino è tenuto con il braccio opposto rispetto al seno utilizzato e la mano della mamma gli sorregge la nuca. Uno o più cuscini possono aiutare a portare il bambino all’altezza del seno, soprattutto nei primi tempi. Nella posizione a rugby la madre è seduta e, come suggerisce il nome, il bambino è sotto il suo braccio, appoggiato al fianco di lei, che gli sostiene il capo con la mano mentre i piedini puntano all’indietro.
Alcune madri trovano molto comoda la posizione sdraiata. Madre e bambino giacciono sul fianco, l’una di fronte all’altro.
Tenendo il bambino con il volto di fronte al seno, la mamma dovrebbe verificare che orecchio, spalla e fianco siano allineati e che naso e labbro superiore siano di fronte al capezzolo, permettendo al bambino di raggiungerlo facilmente senza bisogno di allungarsi o girarsi. A questo punto, quando il neonato spalanca la bocca (per incoraggiarlo si possono sfiorare le sue labbra col capezzolo), avvicinarlo al seno (e non il contrario). Il suo labbro inferiore dovrebbe toccare il seno, il più lontano possibile dalla base del capezzolo, il quale punterà verso il suo palato.
Quando il bambino è attaccato correttamente, il mento è a contatto con il seno e la lingua è appoggiata a quest’ultimo, il labbro inferiore rovesciato in fuori. Inoltre l’areola, la parte scura intorno al capezzolo, è meglio visibile sopra il labbro superiore piuttosto che sotto quello inferiore. La bocca è ben aperta e “riempita” dal seno, le guance piene e tonde durante la poppata, il cui ritmo, essendo dettato dal variare della composizione del latte (più liquido e dissetante a inizio poppata, più denso e nutritivo verso la fine), dovrebbe andare da suzioni brevi a movimenti lunghi e profondi, intervallati da pause.
Le prime volte che il piccolo si attacca al seno è possibile che la mamma senta qualche fastidio, che tenderà a scomparire rapidamente con il tempo; in caso contrario, probabilmente il bambino non è ben attaccato. Si può quindi provare a staccarlo, inserendo delicatamente un dito nell’angolo della bocca, così da interrompere la suzione e da aiutarlo successivamente a riattaccarsi. Se si avverte ancora male, può essere necessario il consiglio di un operatore esperto.
Poppate frequenti (dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, o anche di più nei primi tempi) sono comunque sempre normali, a causa delle piccole dimensioni dello stomaco dei neonati e della velocità di digestione del latte materno. Inoltre, molti problemi legati all’allattamento si risolvono proprio aumentando la frequenza delle poppate. Queste ultime tendono a diradarsi gradualmente mano a mano che il bambino cresce. Quando la produzione di latte è ben stabilizzata (circa a un mese-mese e mezzo di vita) anche le perdite di latte o la sensazione di pienezza dei seni solitamente diminuiscono o cessano.
Per valutare l’andamento dell’allattamento e la crescita del neonato è bene verificare che egli sia pronto e sveglio per i pasti e soddisfatto al termine della poppata. Dovrebbe poppare dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, ed anche di più nei primi tempi. Se sembra disinteressato, non si sveglia almeno 8 volte nelle 24 ore o si addormenta poco dopo che è al seno, è bene svegliarlo per allattarlo. In caso di eccessiva sonnolenza, potrebbe essere necessaria una visita pediatrica.
Inoltre, dopo la perdita di peso che il neonato generalmente presenta nei primi giorni di vita (calo fisiologico), dovrebbe recuperare il peso che aveva alla nascita in 10-15 giorni.
Se i seni o i capezzoli sono dolenti meglio chiedere aiuto per valutare se l’attacco del bambino al seno è adeguato.
Va valutato anche il numero di pannolini bagnati e scariche. Di solito, nei primissimi giorni, quando assume solo colostro, il neonato bagna uno o due pannolini al giorno. Dopo circa 3-5 giorni dalla nascita bagna 6 o più pannolini al giorno con urine chiare e diluite. Le feci, scure nei primissimi giorni, assumono un colore giallastro e diventano morbide nelle settimane successive. Dopo i primi giorni il bambino scarica generalmente 1-3 volte al giorno, mentre oltre la sesta settimana può ridurre il numero delle scariche giornaliere e non scaricarsi anche per un paio di giorni. Non c’è motivo di preoccuparsi: se il bambino continua a crescere di peso e a bagnare i pannolini significa che sta mangiando a sufficienza.
I segnali precoci sono: muoversi, aprire la bocca, girare il capo da un lato all’altro cercando il seno. Gli intermedi sono: allungare le braccia per stiracchiarsi, aumentare l’allerta e l’attività, portare le mani alla bocca. Altri segnali sono: sbadigliare, aprire gli occhi, protrudere la lingua dalla bocca, compiere rapidi movimenti degli occhi, emettere suoni di suzione o singhiozzi sommessi. Con questi segnali il bambino sta dicendo che è già pronto per succhiare. Attendere pianto, agitazione ed irritabilità significa attendere segnali tardivi, che ostacolano l’attacco al seno e che quindi vanno calmati prima della poppata.
L’integrazione con il latte formulato va data solo su indicazione del pediatra, preferibilmente dopo la poppata ed utilizzando un ausilio alternativo al biberon (es. bicchierino, cucchiaino), evitando tettarelle artificiali. Esse infatti, così come ciucci e paracapezzoli, possono associarsi ad una riduzione del successo dell’allattamento. Il ciuccio in particolare non andrebbe utilizzato nel primo mese, se non in presenza di specifiche condizioni mediche (es. sollievo dal dolore). Dopo che l’allattamento è ben avviato, va utilizzato durante il riposo per il dimostrato effetto protettivo nei confronti della SIDS.
Per utilizzare il latte in polvere è inoltre fondamentale seguire alcuni passaggi al fine di ridurre il rischio di contaminazione da batteri (es. Cronobacter sakazakii), che possono essere presenti nelle confezioni, benché sigillate.
1. Pulire la superficie di lavoro, lavarsi le mani con acqua e sapone e asciugarle;
2. se si utilizza uno sterilizzatore a freddo, sgocciolare la soluzione in eccesso dal biberon e dalla tettarella, risciacquandoli eventualmente con acqua bollita e raffreddata, e mettere tettarella e cappuccio sul coperchio rivoltato dello sterilizzatore (evitando di poggiarli direttamente sulla superficie di lavoro);
3. versare l’acqua (del rubinetto o di bottiglia) in un contenitore ben pulito per farla bollire e lasciarla poi raffreddare fino ad una temperatura superiore ai 70°C;
4. versare l’acqua nel biberon ed aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione, rispettando le dosi. Non aggiungere mai zucchero, cereali, biscotti o altro;
5. chiudere il biberon tenendo la tettarella per il bordo ed agitare bene il contenuto;
6. raffreddare il latte, fino ai 37°C mettendo il biberon sotto l’acqua corrente (evitando che l’acqua tocchi la tettarella) e provando sul polso la temperatura, che deve essere tiepida;
7. riscaldare il latte eventualmente già preparato e mantenuto refrigerato a bagnomaria (non più di 15 minuti), agitandolo per rendere uniforme la temperatura, consumandolo poi entro 2 ore. Non utilizzare il microonde.
Il latte in polvere va preparato sempre al momento dell’utilizzo (un pasto alla volta); fuori casa, l’acqua bollente va trasportata in thermos ben chiuso, mischiandola al momento con la polvere. Dopo l’uso gli strumenti utilizzati vanno puliti con cura.
Per la normale igiene del seno, è sufficiente acqua semplice.
Se il dolore persiste e si sospetta la presenza di altri problemi è necessario contattare degli operatori esperti.
In questo caso è necessario che il bimbo si attacchi frequentemente ed in modo corretto al seno. Se necessario, l’estrazione del latte può essere fatta anche manualmente. Per favorire il drenaggio possono essere utili massaggi al seno, impacchi e docce caldi. È utile, prima della poppata, applicare una compressa di acqua tiepida sull’areola e spremere dolcemente il latte per ammorbidire la zona. Dopo la poppata, può essere utile fare impacchi freddi per favorire la riduzione dell’edema.
In caso di mastite è necessario allattare il più frequentemente possibile per eliminare la stasi, riposare, seguire l’eventuale terapia antibiotica prescritta dal medico (la maggior parte degli antibiotici è compatibile con l’allattamento).
Per prevenirle e curarle, non sono necessarie creme o disinfettanti: il latte o colostro e la pelle dell’areola forniscono le necessarie sostanze emollienti e antibatteriche, e per la per la normale igiene è sufficiente l’acqua. Anche i paracapezzoli (in silicone, caucciù o argento) possono complicare la situazione.
In alcune situazioni (es. rientro al lavoro) può essere utile conoscere le modalità di estrazione e conservazione del latte per continuare a darlo al neonato. Esistono tiralatte elettrici e manuali (da pulire e sterilizzare a ogni uso), ma la spremitura manuale è la più semplice e pratica, oltre che comoda ed economica. Di seguito i passaggi:
1. lavare mani e seni con acqua tiepida e sapone;
2. palpare dolcemente il seno alla distanza di circa 4 cm dal capezzolo, fino ad identificare una parte di seno con una consistenza diversa e lì porre il pollice e l’indice a C (il pollice sopra e l’indice sotto), sostenendo se necessario il seno con le altre dita;
3. spingere delicatamente pollice e indice all’indietro, poi premere il pollice contro l’indice, comprimendo il seno. In seguito, rilasciare la pressione e ripetere i movimenti più volte fino a che il latte inizia a fluire. Potrebbero volerci alcuni minuti, ma se non esce, avvicinare o allontanare le dita dal capezzolo, o massaggiare il seno;
4. quando la fuoriuscita di latte rallenta, cambiare la posizione della mano e ripetere le stesse manovre su un’altra parte del seno. Quando cessa, passare all’altro seno, allo stesso modo (è possibile alternare più volte i seni, se necessario).
Il latte materno si conserva molto bene: a temperatura ambiente (sotto i 25°C) dura 4 ore. In frigorifero (2-4°C) si può conservare ponendolo nel retro, non nello sportello, e deve essere consumato preferibilmente entro 5 giorni, mai oltre gli 8. Inoltre si può conservare il latte per più tempo nel comparto del ghiaccio (2 settimane) o nel freezer (massimo 6 mesi). In questi ultimi casi va posto poi in frigorifero per lasciarlo scongelare, ed usato entro 24 ore (non è poi possibile ricongelarlo).
Prima di dare il latte al bambino, va riscaldato alla temperatura di circa 37°C, e consumato subito buttando eventuali avanzi. È importante non utilizzare il microonde, in quanto riscalda in modo disomogeneo, con il rischio di scottature.
Per bambini pretermine o patologici ricoverati, la raccolta e conservazione del latte devono essere effettuate con indicazioni più stringenti e dettagliate, fornite generalmente dalla Terapia Intensiva Neonatale.
La scelta del dispositivo di ritenuta da utilizzare deve essere fatta in base al peso e all’altezza del bambino; non deve essere mai utilizzata la normale culla.
Per offrire la massima protezione in caso di incidente, il dispositivo va sistemato sul sedile posteriore, meglio al centro per evitare eventuali urti laterali. La sistemazione sul sedile anteriore, a fianco del conducente, è possibile solo se si può disattivare temporaneamente l’air-bag: in caso d’urto, la sua attivazione automatica produrrebbe gravi effetti sul bambino. Si tratta comunque di una sistemazione sconsigliata, perché in caso di tamponamento, indipendentemente dal verso in cui si trova sistemato, il bambino verrebbe sospinto in avanti con rischio di lesioni.
Il dispositivo va fissato al sedile del mezzo di trasporto con le normali cinture di sicurezza, lo schienale ben appoggiato a quello del sedile stesso. Le cinture presenti sul dispositivo devono sempre essere allacciate. Vanno consultate e rispettate le indicazioni per il montaggio riportate sul manuale di istruzione (perciò meglio conservarlo). Gli adulti hanno una grande responsabilità nell’educare i bambini a comportamenti prudenti e sicuri: è importante anche dare il buon esempio, utilizzando sempre la cintura di sicurezza, aiutando così il bambino ad accettare di essere correttamente protetto anche quando sarà più grande.
Dati del 2016 indicano un aumento in media del 3,8% rispetto all’anno precedente delle sanzioni per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini.
Tenere il bambino in braccio durante i viaggi in automobile è un altro comportamento vietato dal Codice della Strada (CdS), che espone il bambino a rischi gravissimi in caso di incidente.
L’utilizzo di sistemi di ritenuta appropriati per l’età e la loro sistemazione sul sedile posteriore dell’auto sono due fattori che agiscono sinergicamente per fornire la migliore protezione per il bambino in caso di incidente, prevenendo i traumi e riducendo la mortalità. Se tutti i bambini fossero correttamente allacciati in auto, un trauma non mortale su quattro potrebbe essere prevenuto e il rischio di morte da incidente stradale potrebbe essere ridotto fino al 70% sotto l’anno di vita e del 47% tra 1 e 4 anni.
Purtroppo però, troppo spesso il seggiolino non viene utilizzato, o viene utilizzato in modo approssimativo e scorretto, soprattutto all’aumentare dell’età del bambino.
gruppo 0 (fino a 10 kg), navicella o seggiolino;
gruppo 0+ (fino a 13 kg), seggiolino;
gruppo 1 (da 9 a 18 kg), seggiolino;
gruppo 2 (da 15 a 25 kg), seggiolino;
gruppo 3 (da 22 a 36 kg), rialzo, con schienale fino ai 125 cm di altezza.
Essi sono obbligatori dalla nascita fino al raggiungimento dei 125 cm di altezza (da gennaio 2017). Dai 125 ai 150 cm di altezza, vanno utilizzati gli adattatori: dei piccoli sedili che, sollevando il bambino, permettono alle cinture di sicurezza dell’auto di proteggerlo adeguatamente.Il mancato uso di seggiolini o adattatori è punito con sanzioni amministrative e/o con la decurtazione di punti patente al guidatore, a meno che a bordo del veicolo non siano presenti un genitore o chi esercita la patria potestà sul bimbo: in tal caso la sanzione viene applicata a quest’ultimo.
In caso di condizioni di rischio particolari che potrebbero conseguire all’uso delle cinture di sicurezza in gravidanza, l’art 172 del Codice della Strada (CdS) prevede l’esonero dal loro utilizzo, ma solo sulla base di certificazione rilasciata dal ginecologo, che deve essere sempre portata con sé ed esibita a richiesta alla Polizia.
Il seggiolino anteriore consente il trasporto di bambini fino a 15 kg di peso. Deve essere collocato tra il manubrio ed il conducente. Può essere fissato al telaio, al piantone o al manubrio stesso.
Il seggiolino posteriore, invece, consente il trasporto dei bambini anche oltre i 15 kg, fino agli 8 anni di età. Può essere fissato al telaio o al portapacchi. Il fissaggio previsto deve in ogni caso impedire che possa sganciarsi accidentalmente.
Altre caratteristiche che deve presentare il seggiolino sono: dimensione che non superi la sagoma della bicicletta, presenza di bretelle, struttura di protezione dei piedi, schienale e braccioli (non necessari nel caso di seggiolini posteriori per bambini di più di 4 anni).
È bene che il bambino trasportato porti sempre il caschetto protettivo.
È invece sempre vietato il trasporto di bambini di età inferiore ai 5 anni, che quindi non possano reggersi in autonomia: infatti è necessario che il conducente abbia sempre libero uso di braccia, mani e gambe.
La legge non menziona la necessità di eventuali dispositivi di sicurezza, contrariamente a quanto invece prescritto per l’auto e la bicicletta. Conducente e passeggero autorizzato devono comunque indossare un casco protettivo omologato. Utile l’uso della giacca e pantaloni tecnici, dei guanti, della protezione della spina dorsale, delle scarpe da moto (con protezioni sui punti delicati di piedi e caviglie).
Nel 2018 la Commissione Trasporti della Camera ha approvato un disegno di legge che prevede l'obbligo di montare seggiolini “salva-bebè”, che ricordano al guidatore che scende dall’auto la presenza del piccolo passeggero rimasto a bordo. Essi combinano la sensoristica di bordo, il seggiolino di sicurezza e lo smartphone, attraverso un'app che lancia l'allarme a macchina ferma. Nel 2019 è stato firmato il decreto attuativo e l’obbligo è entrato in vigore (art. 172 CdS comma 1-bis). Esso riguarda chi trasporta bambini fino a quattro anni e le sanzioni sono le stesse previste per chi non allaccia la cintura o non usa il seggiolino.
non lasciare arredi (es. vasi, sedie, mobili, tavolini) su cui possono arrampicarsi i bambini vicino a finestre e terrazze o sul balcone;
utilizzare ceramiche antisdrucciolo e dotare i tappeti di retina antiscivolo;
usare paraspigoli per i mobili e salvadita per le porte;
fissare gli arredi instabili;
se ci sono delle scale, posizionare un cancelletto di sicurezza e strisce antiscivolo;
installare blocchi alle finestre che si trovano sopra il pianterreno e proteggere le porte a vetro;
non usare il girello perché pericoloso, antifisiologico e frequente causa di cadute;
assicurarsi che il fasciatoio rispetti la norma UNI EN 12221; che le misure del piano siano 65x38 cm fino ai 12 mesi di età del bambino, o 75x55 cm fino ai 36 mesi; che bordi e spigoli siano smussati e che il piano non presenti aperture tra i 0,5 e i 1,2 cm; sorvegliare sempre il bambino sul fasciatoio mentre lo si cambia;
assicurarsi che il seggiolone per la pappa abbia una base larga ed un basso baricentro, e che sia stabile; che abbia forti blocchi se ha le ruote; che l’eventuale il meccanismo di piegatura sia ben fissato; che sia posto lontano da appigli; agganciare il bambino con le apposite cinture di sicurezza.
evitare di lasciare tazze, bicchieri, piatti, pentole con bevande o cibi bollenti sui bordi dei tavoli;
non utilizzare tovaglie lunghe o usare ferma-tovaglia se questa sporge dal tavolo;
assicurarsi che il ferro da stiro caldo non sia alla portata del bambino;
non bere bevande calde quando si ha in braccio il bambino;
tenere i bambini lontano dai fornelli quando sono in uso (anche il vapore può ustionare) e posizionare un reticolo di protezione (anche davanti a camini e stufe), facendo attenzione che il manico della padella non sporga mai dai fornelli;
coprire le prese della corrente (che devono essere a norma) o utilizzare le prese di sicurezza (con i fori protetti), ancora più sicure;
controllare sempre la temperatura dell’acqua prima del bagnetto: l’ideale è intorno ai 37°C. La cosa migliore è regolare la caldaia/boiler: anche quando sarà in grado di aprire da solo il rubinetto, il bambino non potrà scottarsi;
tenere fiammiferi ed oggetti infiammabili fuori dalla portata dei bambini;
acquistare solo accendini a prova di bambino;
non lasciare l’asciugacapelli con la spina inserita sul ripiano vicino al lavandino.
evitare di farlo mangiare da solo, in un veicolo in movimento, o mentre sta svolgendo altre attività (giocare, muoversi, parlare, ridere), ma farlo mangiare e bere preferibilmente da seduto con la schiena ben eretta;
fare in modo che non metta troppo cibo in bocca;
tagliare il cibo in pezzi piccoli, non in un solo verso (es. evitare di tagliare a rondelle);
allontanare da lui gli oggetti piccoli e fare in modo che giochi con giocattoli adatti alla sua età.
La maggior parte dei cibi e degli oggetti responsabili di soffocamento: sono piccoli e/o rotondi (biglie, uva, mozzarelline); hanno una forma cilindrica o conforme alle vie aeree del bambino (pile, magneti, monete, bottoni, wurstel a rondelle, ciliegie, carote a fette, arachidi, pistacchi e nocciole, ciondoli e bottoni); sono appiccicosi (caramelle); sono alimenti che pur tagliati non perdono la loro consistenza (pere, pesche, prugne, susine, pezzetti di pane biscotto); si sfilacciano aumentando l’adesione alle mucose (grasso del prosciutto, finocchio); hanno una forte aderenza (carote tagliate alla julienne, prosciutto crudo).È necessario porre attenzione anche a giocattoli smontabili, tappi delle penne, palline di ogni tipo e materiale, palloncini gonfiabili.
Nel caso dovesse verificarsi un soffocamento, è importante mantenere la calma e far tossire il bambino. Se non si riesce a far espellere il cibo o l’oggetto ingerito esistono importanti e preziose manovre salvavita pediatriche, che possono essere effettuate dagli adulti nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza. È possibile visionare filmati su internet per apprenderne le basi e seguire dei corsi specifici che la Croce Rossa Italiana offre gratuitamente nelle scuole o negli asili.
conservare sottochiave o fuori dalla portata dei bambini tutti i medicinali e le altre sostanze velenose e i prodotti tossici (inclusi i prodotti per le pulizie domestiche);
evitare di tenere i medicinali in borsa e di dimenticarli sui comodini, nei cassetti, eccetera;
non travasare mai le sostanze (es. detersivi, diluenti, fertilizzanti per piante) in contenitori diversi da quello originale e abitualmente utilizzati per conservare bevande e alimenti;
tenere fuori dalla portata dei bambini le bevande alcoliche (es. verificando che non restino bicchieri semipieni sul tavolo a fine pasto) e le sigarette;
evitare di tenere in casa o in giardino piante velenose: azalea, oleandro, mughetto, narciso, dieffenbachia, ciclamino, anemone, edera, vischio, filodendro, agrifoglio, ginestra, tasso, ortensia.
È importante tenere sempre a portata di mano il numero di telefono del pediatra e di un Centro Antiveleni e consultarli anche in caso di dubbio se sia avvenuta o meno l’ingestione, cercando però di capire quale e quanta sostanza abbia ingerito e quando, portando eventualmente con sé la confezione al Pronto Soccorso.
non lasciare mai il bambino da solo nella vasca da bagno: i bambini più piccoli possono annegare anche in pochi centimetri d’acqua;
dopo l’uso svuotare sempre le vasche da bagno, i bidet, i catini, i secchi, eccetera e togliere tutti i giocattoli dalla vasca per il bagnetto o dalla piscina, per evitare che il bambino sia tentato di andare a prenderli;
coprire o rimuovere tutti i pericoli legati all’acqua dentro e intorno alla propria abitazione (pozzi, laghetti ornamentali e anche secchi/bacinelle);
se è presente una piscina, recintarla su tutti i lati (prima che il bambino impari a camminare) e sorvegliare sempre i bambini finché nuotano o si trovano vicino all’acqua.
acquistare solo prodotti con i marchi di sicurezza IMQ, CE, “Giocattoli Sicuri” dell’Istituto Italiano Sicurezza Giocattoli (è fortemente sconsigliato l’acquisto di giocattoli che ne sono sprovvisti);
evitare i giocattoli contraffatti, spesso di materiale scadente e/o infiammabile;
rispettare la fascia di età indicata sulla confezione;
verificare periodicamente lo stato di conservazione dei giocattoli che si possiedono;
verificare che la confezione sia completa di istruzioni in lingua italiana sulle modalità di montaggio e di utilizzo, e leggerle accuratamente con il bambino, associando così alla gioia per il dono quella di “approvare” insieme il nuovo gioco;
in caso di giocattoli di stoffa o peluche, controllare che i materiali siano di alta qualità (peli che non si staccano, occhi e naso fissati in modo antistrappo, cuciture solide, nastri corti ed imbottitura che non si sbriciola) e che non siano infiammabili;
in caso di giocattoli elettrici (es. trenini, forni), scegliere quelli a batteria;
in caso di giocattoli meccanici, verificare che gli ingranaggi non siano accessibili al bambino;
evitare giocattoli con bordi o punte taglienti: quando di materiale metallico, verificare che i bordi siano opportunamente “orlati” e che non ci sia ruggine;
verificare che tende e casette siano munite di un’uscita facilmente apribile dall’interno e che eventuali sistemi di sostegno siano in plastica leggera;
nel caso di armi giocattolo, utilizzarle solo con i proiettili forniti dalla ditta produttrice, e, per le frecce, verificare che abbiano la punta arrotondata, di sughero o protetta con una ventosa difficilmente rimovibile;
fare attenzione alla rumorosità di alcuni giochi (es. armi giocattolo, strumenti musicali, fischietti e sirene da bicicletta), se eccessiva può danneggiare l’udito;
Scegli bene i giochi ma ricorda anche di passare del "tempo di qualità" con il tuo bambino. Leggere, raccontare storie, ascoltare assieme musica, giocare "con niente" fa bene alla sua mente.
É bene quindi camminare il più possibile all’aria aperta in gravidanza e con il bambino, ma scegliendo sempre le strade con meno traffico e rumore, e, se possibile, scegliere la scuola in una zona libera da traffico intenso o fabbriche, controllando le previsioni sull’ inquinamento dell’ aria fornite giornalmente dall’ ARPAV. La bicicletta e i mezzi pubblici sono da preferire. L’automobile andrebbe scelta tra quelle che più rispettano l’ambiente (es. i motori diesel sono più inquinanti di quelli a benzina) ed usata il meno possibile, evitando di sostare con il motore acceso.
È bene quindi limitare l’esposizione al sole dei bambini nelle ore più calde della giornata (11.00-16.00) ed utilizzare abbigliamento adeguato, cappellini ed occhiali, proteggendoli sempre dalla luce diretta prima dell’anno di età. Prima di uscire all’aperto va inoltre applicato un filtro solare a fattore di protezione elevato ed adeguato al fototipo (facendo particolare attenzione nel caso di persone con carnagione chiara e capelli rossi o biondi); ciò tuttavia non permette di prolungare il tempo di esposizione al sole. I filtri andrebbero riapplicati spesso, e non dovrebbero essere riutilizzati quelli dell’anno precedente. È importante inoltre far bere spesso i bambini, soprattutto quelli più piccoli che si disidratano più facilmente.
Da un lato le sostanze inquinanti esterne vengono intrappolate in casa, dall’altro sono presenti sostanze proprie degli ambienti interni, come la polvere, i materiali con cui sono costruite le case (soprattutto se datate), e gli arredi e i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti), in particolare alcuni prodotti del legno e delle tappezzerie, composti organici volatili nelle colle per parquet, formaldeide nelle resine per moquettes e nei materali isolanti e fibre minerali sintetiche nel vetro e nelle ceramiche. Vi sono inoltre inquinanti dovuti ad attività umane: fumo di tabacco, sostanze derivate da stufe e fornelli, prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, per stampanti, computer, fotocopiatrici, e per hobbistica (colle, vernici, solventi, adesivi).
Se si deve ritinteggiare l’abitazione, un utile criterio per la scelta nell’acquisto di smalti e pitture consiste nella presenza del marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea (Ecolabel), che certifica i beni che presentano un ridotto impatto ambientale in tutte le fasi del loro ciclo di vita.
Queste invece alcune semplici regole per la pulizia della casa da tenere sempre presenti: fare a meno del superfluo, usare meno tipi di prodotti e in minor quantità; usare acqua e aceto/bicarbonato e diffondere con spruzzatori in diluizione 20-40%; usare i panni di microfibra, potenziano l’azione del detergente; usare acqua calda, ciò potenzia qualunque tipo di lavaggio e di detersivo; usare il tempo, qualche attimo di attesa permette ad acqua e detergenti di agire; usare sempre meno detersivo, tradizionale o biologico, di quanto ne viene consigliato, la metà esatta di una dose compie la grandissima parte del lavaggio.
spegnere i cellulari di notte e tenerli lontani dalla testa del bambino;
non portare il cellulare in tasca (danneggia i genitali);
fare conversazioni brevi ed utilizzare sempre gli auricolari (se mono, alternare destro e sinistro) o il vivavoce;
non tenere il cellulare dove dorme il bambino o tenerlo in modalità aeroplano;
non usare tablet e cellulare nell’ora che precede il momento dell’addormentamento;
in gravidanza, tenere il cellulare lontano dal pancione.
L’uso dei cellulari va considerato chiaramente tanto più dannoso quanto più bassa è l’età del soggetto esposto alle radiazioni, e all’aumentare dei tempi di utilizzo.