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Allattate il vostro bambino

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L'allattamento è il modo naturale di alimentare il neonato ed offre vantaggi per sua la salute e quella della madre e di tutta la società. Fornisce al bambino tutti i nutrimenti di cui ha bisogno per i primi sei mesi di vita ed è importante anche dopo.

Il latte materno è ideale per il bambino, perché è una sostanza viva: cambia in continuazione, sia durante la poppata che nell'arco del tempo, seguendo il suo fabbisogno.
È raccomandato l'allattamento esclusivo fino ai sei mesi e continuato fino ai due anni o più (OMS).
L'allattamento è sicuro, sano e sostenibile ed è un diritto sia della mamma che del bambino. Pressoché tutte le madri, adeguatamente informate e sostenute, sono in grado di allattare senza particolari preparazioni e le situazioni nelle quali l’allattamento non è raccomandato sono rarissime.
Nel caso in cui per qualsiasi ragione, compresa una consapevole scelta della madre, il bambino non dovesse ricevere solo il latte materno, si utilizzerà il latte formulato, confezionato secondo rigorosi standard qualitativi. È importante tuttavia conoscerlo per adoperarlo in modo appropriato al fine di evitare rischi.

L’informazione su una sana alimentazione dei neonati rientra tra le raccomandazioni di molti programmi come l’Iniziativa OMS/UNICEF “Insieme per l’Allattamento: Ospedali e Comunità Amici dei Bambini”, la quale prevede che le madri siano informate del fatto che l’allattamento:
  • rafforza e consolida il legame del neonato con la madre (bonding),
  • fornisce al neonato un’alimentazione completa (aspetti nutrizionali),
  • protegge il neonato dalle infezioni, anche grazie al ruolo svolto dal colostro (immunizzazione),
  • porta importanti benefici alla salute della madre.

Lo sapevi?

 

L’allattamento è il modo fisiologico di fornire al bambino i nutrienti di cui ha bisogno per un sano sviluppo.

L’allattamento ha benefici per il bambino: previene patologie sia infantili che dell’età adulta, acute e croniche (es. diabete, obesità). Porta a: riduzione della mortalità postnatale e del rischio di morte in culla (SIDS); minor numero di infezioni, in particolare del tratto respiratorio, e di malattie allergiche; miglior risposta alle vaccinazioni. Soprattutto per quanto riguarda i nati pretermine, il latte materno è un ottimo contributo alle difese immature del bambino.

L’allattamento promuove inoltre lo sviluppo psicomotorio e cognitivo e favorisce il consolidamento della relazione tra madre e bambino.

L’allattamento offre anche benefici per la madre, tra cui: migliore e più rapido recupero dopo il parto; favorita perdita del peso accumulato in gravidanza; minore rischio di emorragie; riduzione del rischio di alcune patologie come tumore al seno, all’utero e alle ovaie, diabete mellito tipo 2 e malattie cardiovascolari.

Allattare ha inoltre vantaggi economici e pratici per le famiglie (perché è sempre pronto, alla giusta temperatura e varia adattandosi per rispondere ai bisogni del bambino), per il sistema sanitario e per l’ambiente in termini di rifiuti e di risparmio energetico che la produzione di latte artificiale comporta.

Indipendentemente dalla tipologia di parto, immediatamente dopo di esso, o quanto prima, è consigliato porre il neonato (nudo, asciugato e coperto con un panno caldo) in contatto pelle-a-pelle (skin-to-skin) sul petto della madre. Questo contatto permetterà di creare da subito il delicato equilibrio tra le suzioni del neonato e la risposta dell’intero organismo materno, nonché al piccolo di calmarsi e regolarizzare il respiro, continuando a sentire gli odori conosciuti già quand’era in utero. Egli è in grado di cercare il seno ed attaccarsi autonomamente; perciò è bene prolungare questo contatto fino a che non finisca di poppare o comunque fino a che mamma e bambino lo desiderino.

 

Il primo latte è il colostro e viene prodotto già durante la gravidanza. Contiene tantissime sostanze che lo rendono unico e protettivo verso le infezioni, tra cui una grande quantità di calorie sotto forma di proteine e zuccheri.

Al centro di tutto, però, deve sempre esserci la diade e il rispetto dei loro tempi. Inoltre, la continuità del contatto tra la madre e il neonato (che facilita la colonizzazione del neonato con i microrganismi materni) può essere promossa indipendentemente dal tipo di alimentazione.

Circa 3-5 giorni dopo la nascita, la caratteristiche del latte cambiano, aumenta la sua produzione, e si possono riscontrare cambiamenti del seno: si parla di montata lattea. Soprattutto in questa fase le poppate frequenti, normali in tutti i primi mesi di vita del bambino, riducono la tensione del seno, oltre a stabilire e mantenere una buona produzione di latte. Pertanto è particolarmente importare l’allattamento a richiesta, regolato dal neonato sia nella durata che nella frequenza, e l’offerta attiva del seno in alcuni casi (quando è troppo pieno o il bambino dorme troppo).

Le posizioni per allattare sono le più diverse e vale la regola che “se funziona non si tocca”: la mamma può scegliere quella in cui si sente più a suo agio, cambiandola se necessario durante la poppata.

Una posizione di grande aiuto quando il bambino sta imparando a poppare è la posizione semi-reclinata: la mamma né completamente sdraiata né completamente seduta, con la schiena sostenuta e rilassata, e il bambino adagiato sopra l’addome e il torace di lei, a pancia in giù, appoggiato sulla guancia, con le vie aeree libere. Questa posizione ha il vantaggio di lasciare libere le braccia e le mani della madre, che lei può utilizzare per sostenere la schiena e il sederino del bambino.

Per allattare il bambino sedute, tenendolo in braccio, va messo in modo che si appoggi sull’avambraccio dello stesso lato del seno da cui sta poppando, in modo che sia “pancia a pancia” con la mamma. Sempre stando seduta, la mamma può utilizzare anche la posizione incrociata: il bambino è tenuto con il braccio opposto rispetto al seno utilizzato e la mano della mamma gli sorregge la nuca. Uno o più cuscini possono aiutare a portare il bambino all’altezza del seno, soprattutto nei primi tempi. Nella posizione a rugby la madre è seduta e, come suggerisce il nome, il bambino è sotto il suo braccio, appoggiato al fianco di lei, che gli sostiene il capo con la mano mentre i piedini puntano all’indietro.

Alcune madri trovano molto comoda la posizione sdraiata. Madre e bambino giacciono sul fianco, l’una di fronte all’altro.

Ci sono altre posizioni che le mamme possono trovare spontaneamente o con il consiglio di altre mamme ed esperti.

La condivisione del letto dei genitori (bed sharing) non è la scelta più sicura (può portare ad un piccolo aumento di SIDS nei primi tre mesi), sconsigliata se i genitori sono fumatori, hanno fatto uso di alcol, farmaci, sostanze psicoattive o per altre ragioni non sono in buone condizioni di vigilanza (es. stanchezza), nelle prime settimane di vita del bambino o se questo è nato pretermine o piccolo per l’età gestazionale. Tuttavia può risultare una soluzione che facilita l’allattamento. Ci sono alcune alternative al bed sharing, come tenere il bambino sul proprio letto solo mentre lo si allatta, spostandolo poi nella culla; se si sceglie comunque il bed sharing, si raccomanda di evitare la presenza di altri fratelli nel letto e di dormire con il bambino su divani e poltrone.
Qualsiasi posizione si scelga per allattare, se si prova dolore o il bambino non succhia efficacemente, si può verificare se l'attacco è efficace.

 

Tenendo il bambino con il volto di fronte al seno, la mamma dovrebbe verificare che orecchio, spalla e fianco siano allineati e che naso e labbro superiore siano di fronte al capezzolo, permettendo al bambino di raggiungerlo facilmente senza bisogno di allungarsi o girarsi. A questo punto, quando il neonato spalanca la bocca (per incoraggiarlo si possono sfiorare le sue labbra col capezzolo), avvicinarlo al seno (e non il contrario). Il suo labbro inferiore dovrebbe toccare il seno, il più lontano possibile dalla base del capezzolo, il quale punterà verso il suo palato.

Quando il bambino è attaccato correttamente, il mento è a contatto con il seno e la lingua è appoggiata a quest’ultimo, il labbro inferiore rovesciato in fuori. Inoltre l’areola, la parte scura intorno al capezzolo, è meglio visibile sopra il labbro superiore piuttosto che sotto quello inferiore. La bocca è ben aperta e “riempita” dal seno, le guance piene e tonde durante la poppata, il cui ritmo, essendo dettato dal variare della composizione del latte (più liquido e dissetante a inizio poppata, più denso e nutritivo verso la fine), dovrebbe andare da suzioni brevi a movimenti lunghi e profondi, intervallati da pause.

Le prime volte che il piccolo si attacca al seno è possibile che la mamma senta qualche fastidio, che tenderà a scomparire rapidamente con il tempo; in caso contrario, probabilmente il bambino non è ben attaccato. Si può quindi provare a staccarlo, inserendo delicatamente un dito nell’angolo della bocca, così da interrompere la suzione e da aiutarlo successivamente a riattaccarsi. Se si avverte ancora male, può essere necessario il consiglio di un operatore esperto.

Spesso le neomamme possono essere preoccupate del fatto che le dimensioni o la forma di seno e capezzoli rendano difficoltoso l’allattamento. La dimensione del seno non ha nulla a che vedere con la produzione di latte, e i bambini riescono a succhiare pressoché da tutte le forme e dimensioni di seno e capezzoli.
Ciascun bambino è diverso e poppa in modo diverso. Anche lo stesso bambino può cambiare tempi, modi e frequenza delle poppate a seconda dei suoi bisogni. La mamma può seguire i suoi ritmi e segnali di fame, in quanto egli si autoregola, prendendo ciò di cui ha bisogno a ciascuna poppata e da ciascun seno. La regolazione della quantità di latte prodotto avviene per successive messe a punto, e più il bambino poppa, più stimola la produzione di latte. Se per un periodo vuole succhiare più frequentemente, significa quindi che sta stimolando la produzione di latte necessaria e sufficiente a soddisfare suoi bisogni, che cambiano nel tempo.

 

Poppate frequenti (dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, o anche di più nei primi tempi) sono comunque sempre normali, a causa delle piccole dimensioni dello stomaco dei neonati e della velocità di digestione del latte materno. Inoltre, molti problemi legati all’allattamento si risolvono proprio aumentando la frequenza delle poppate. Queste ultime tendono a diradarsi gradualmente mano a mano che il bambino cresce. Quando la produzione di latte è ben stabilizzata (circa a un mese-mese e mezzo di vita) anche le perdite di latte o la sensazione di pienezza dei seni solitamente diminuiscono o cessano.

Ogni bambino è diverso e la sua crescita va valutata caso per caso e, soprattutto, globalmente e non per ogni singola poppata (per questo è inutile e fuorviante pesarlo prima e dopo).

 

Per valutare l’andamento dell’allattamento e la crescita del neonato è bene verificare che egli sia pronto e sveglio per i pasti e soddisfatto al termine della poppata. Dovrebbe poppare dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, ed anche di più nei primi tempi. Se sembra disinteressato, non si sveglia almeno 8 volte nelle 24 ore o si addormenta poco dopo che è al seno, è bene svegliarlo per allattarlo. In caso di eccessiva sonnolenza, potrebbe essere necessaria una visita pediatrica.

Inoltre, dopo la perdita di peso che il neonato generalmente presenta nei primi giorni di vita (calo fisiologico), dovrebbe recuperare il peso che aveva alla nascita in 10-15 giorni.

Se i seni o i capezzoli sono dolenti meglio chiedere aiuto per valutare se l’attacco del bambino al seno è adeguato.

Va valutato anche il numero di pannolini bagnati e scariche. Di solito, nei primissimi giorni, quando assume solo colostro, il neonato bagna uno o due pannolini al giorno. Dopo circa 3-5 giorni dalla nascita bagna 6 o più pannolini al giorno con urine chiare e diluite. Le feci, scure nei primissimi giorni, assumono un colore giallastro e diventano morbide nelle settimane successive. Dopo i primi giorni il bambino scarica generalmente 1-3 volte al giorno, mentre oltre la sesta settimana può ridurre il numero delle scariche giornaliere e non scaricarsi anche per un paio di giorni. Non c’è motivo di preoccuparsi: se il bambino continua a crescere di peso e a bagnare i pannolini significa che sta mangiando a sufficienza.

Allattamento a richiesta non significa alimentare i bambini quando piangono, significa alimentarli quando desiderano essere nutriti, per il tempo che lo richiedono. I neonati, infatti, quando sono pronti a mangiare mostrano segnali di fame, che possono essere suddivisi in precoci, intermedi e tardivi.

 

I segnali precoci sono: muoversi, aprire la bocca, girare il capo da un lato all’altro cercando il seno. Gli intermedi sono: allungare le braccia per stiracchiarsi, aumentare l’allerta e l’attività, portare le mani alla bocca. Altri segnali sono: sbadigliare, aprire gli occhi, protrudere la lingua dalla bocca, compiere rapidi movimenti degli occhi, emettere suoni di suzione o singhiozzi sommessi. Con questi segnali il bambino sta dicendo che è già pronto per succhiare. Attendere pianto, agitazione ed irritabilità significa attendere segnali tardivi, che ostacolano l’attacco al seno e che quindi vanno calmati prima della poppata.

Introdurre gradualmente cibi solidi intorno ai sei mesi è un’indicazione dettata dal fatto che da quel momento, pur con variazioni individuali, il latte materno non è generalmente sufficiente a soddisfare tutte le esigenze nutrizionali del bambino, il quale sviluppa quindi dei segnali che indicano che è “pronto” a passare ad una nuova dieta.

 

Tali segnali sono: la capacità di stare seduto da solo, tenere la testa dritta, raccogliere il cibo con le mani, portarlo alla bocca e deglutire; la perdita del riflesso di spingere la lingua in fuori o di sputare il cibo; l’interesse nel guardare l’adulto mentre mangia.

Quando il bambino inizia ad interessarsi a nuovi alimenti, troverà gradulamente in essi la sua principale fonte di nutrimento, continuando comunque a ricevere i benefici dell’allattamento quando esso continua. All’inizio non ha bisogno di grandi quantità di cibo, ma di abituarsi ad un’alimentazione corretta e a sapori e consistenze diverse. Per questo è necessario dare il buon esempio, offrendogli un’ampia varietà di alimenti sani e freschi, condivisi con tutta la famiglia, facendosi guidare all’occorrenza anche dai gusti e desideri del bambino. Il migliore cibo per lui è fatto in casa, preparato con alimenti freschi e semplici, di sicura provenienza, meglio se da agricoltura biologica certificata.

Iniziare l’introduzione di cibi solidi troppo presto non è consigliabile: dare altri liquidi ed alimenti può far diminuire la produzione di latte materno, ed essi potrebbero non avere la densità di nutrienti ed energia necessaria alle esigenze del lattante, o potrebbero essere da lui non digeribili (es. il latte vaccino non va introdotto prima di un anno di vita, anche per evitare il rapporto sfavorevole tra quantità ingerita e calorie introdotte).

Va evitato anche di ritardare troppo a lungo l’introduzione di altri alimenti oltre al latte materno: esso da solo potrebbe non fornire abbastanza energia e nutrienti, con conseguente rallentamento della crescita e denutrizione, e non soddisfare le crescenti esigenze di alcuni micronutrienti, soprattutto ferro e zinco. Potrebbero esservi effetti avversi sullo sviluppo ottimale delle capacità motorie della bocca, come la capacità di masticare, e sulla facilità ad accettare nuovi sapori e cibi di diversa consistenza.

L’integrazione con il latte formulato va data solo su indicazione del pediatra, preferibilmente dopo la poppata ed utilizzando un ausilio alternativo al biberon (es. bicchierino, cucchiaino), evitando tettarelle artificiali. Esse infatti, così come ciucci e paracapezzoli, possono associarsi ad una riduzione del successo dell’allattamento. Il ciuccio in particolare non andrebbe utilizzato nel primo mese, se non in presenza di specifiche condizioni mediche (es. sollievo dal dolore). Dopo che l’allattamento è ben avviato, va utilizzato durante il riposo per il dimostrato effetto protettivo nei confronti della SIDS.

Per utilizzare il latte in polvere è inoltre fondamentale seguire alcuni passaggi al fine di ridurre il rischio di contaminazione da batteri (es. Cronobacter sakazakii), che possono essere presenti nelle confezioni, benché sigillate.

1. Pulire la superficie di lavoro, lavarsi le mani con acqua e sapone e asciugarle;

2. se si utilizza uno sterilizzatore a freddo, sgocciolare la soluzione in eccesso dal biberon e dalla tettarella, risciacquandoli eventualmente con acqua bollita e raffreddata, e mettere tettarella e cappuccio sul coperchio rivoltato dello sterilizzatore (evitando di poggiarli direttamente sulla superficie di lavoro);

3. versare l’acqua (del rubinetto o di bottiglia) in un contenitore ben pulito per farla bollire e lasciarla poi raffreddare fino ad una temperatura superiore ai 70°C;

4. versare l’acqua nel biberon ed aggiungere l’esatta quantità di polvere indicata nella confezione, rispettando le dosi. Non aggiungere mai zucchero, cereali, biscotti o altro;

5. chiudere il biberon tenendo la tettarella per il bordo ed agitare bene il contenuto;

6. raffreddare il latte, fino ai 37°C mettendo il biberon sotto l’acqua corrente (evitando che l’acqua tocchi la tettarella) e provando sul polso la temperatura, che deve essere tiepida;

7. riscaldare il latte eventualmente già preparato e mantenuto refrigerato a bagnomaria (non più di 15 minuti), agitandolo per rendere uniforme la temperatura, consumandolo poi entro 2 ore. Non utilizzare il microonde.

Il latte in polvere va preparato sempre al momento dell’utilizzo (un pasto alla volta); fuori casa, l’acqua bollente va trasportata in thermos ben chiuso, mischiandola al momento con la polvere. Dopo l’uso gli strumenti utilizzati vanno puliti con cura.

I capezzoli doloranti sono uno dei problemi più comuni delle neo-mamme. Nei primi giorni di allattamento è normale che la pelle sia irritata, ma se il dolore diventa più intenso o dura parecchi giorni, la prima cosa da controllare è la posizione del bambino quando poppa: se succhia in modo scorretto, potrebbe provocare indolenzimento, screpolature o ragadi.

 

Il capezzolo deve essere ben centrato nella bocca perché il bambino afferri quanto più possibile capezzolo e areola.

Per la normale igiene del seno, è sufficiente acqua semplice.

Se il dolore persiste e si sospetta la presenza di altri problemi è necessario contattare degli operatori esperti.

L’ingorgo è causato da un inadeguato svuotamento del seno o da una scarsa frequenza delle poppate. Alcuni sintomi tipici sono: dolore e arrossamento del seno, sensazione di seno pieno, pesante e teso, diminuito flusso di latte, difficoltà ad attaccarsi da parte del bambino, a volte febbre.

 

In questo caso è necessario che il bimbo si attacchi frequentemente ed in modo corretto al seno. Se necessario, l’estrazione del latte può essere fatta anche manualmente. Per favorire il drenaggio possono essere utili massaggi al seno, impacchi e docce caldi. È utile, prima della poppata, applicare una compressa di acqua tiepida sull’areola e spremere dolcemente il latte per ammorbidire la zona. Dopo la poppata, può essere utile fare impacchi freddi per favorire la riduzione dell’edema.

La mastite è spesso la conseguenza di stasi di latte non drenato. Causa seno dolente con zone calde ed indurite, febbre, spesso sintomi influenzali (brividi di freddo, dolori articolari).

 

In caso di mastite è necessario allattare il più frequentemente possibile per eliminare la stasi, riposare, seguire l’eventuale terapia antibiotica prescritta dal medico (la maggior parte degli antibiotici è compatibile con l’allattamento).

Un attacco scorretto e troppo superficiale può provocare dolore, screpolature, ragadi. Queste ultime, in particolare, sono ferite dolorose e a volte sanguinanti del capezzolo. Possono essere causate anche da una chiusura delle gengive troppo forte, un frenulo corto della lingua del bambino, una forza di suzione troppo potente, una candidosi. Alcune sostanze, come il sapone oppure alcol e glicerina (comunemente contenuti nei cosiddetti "topici" per il seno), possono seccare ed indurire la pelle del capezzolo, facilitando le ragadi.

 

Per prevenirle e curarle, non sono necessarie creme o disinfettanti: il latte o colostro e la pelle dell’areola forniscono le necessarie sostanze emollienti e antibatteriche, e per la per la normale igiene è sufficiente l’acqua. Anche i paracapezzoli (in silicone, caucciù o argento) possono complicare la situazione.

Durante l’allattamento, non è necessario seguire una dieta speciale. Basta che si seguano abitudini alimentari equilibrate, quelle di sempre. Non occorre che si bevano grosse quantità di acqua. Si dovrà bere normalmente, ogni volta che si ha sete. È meglio invece ridurre al massimo il caffè ed evitare gli alcolici.
Se non si riesce a smettere di fumare, non si deve rinunciare ad allattare poiché si priverebbe il bambino di importanti benefici. I bambini a maggior rischio di malattie respiratorie, ma anche di morte in culla (come i figli di madri fumatrici), lo sono ancora di più se non ricevono latte materno.

 

Quando i tentativi di astinenza totale dal fumo dovessero fallire, è necessario adottare alcuni accorgimenti: ridurre al minimo il consumo di sigarette, evitare assolutamente di fumare prima della poppata, cambiare abiti e lavarsi le mani dopo aver fumato prima di toccare il neonato, non fumare mai in presenza del bambino e, in ogni caso, evitare di fumare in casa o in auto, non condividere il letto con il bambino se non per il tempo necessario per la poppata.

Bisogna comunque proteggere il bambino dal fumo passivo e anche il supporto del padre è fondamentale. Anche le sigarette elettroniche andrebbero evitate in allattamento.

Inoltre, in questi casi, è di estrema importanza indirizzare la neo-mamma a un aiuto e sostegno da parte di un operatore sanitario adeguatamente preparato in merito, con la collaborazione del pediatra di libera scelta.

L’alcol, provocando alterazioni ormonali, può inibire la produzione di latte (contrariamente a quanto riportano detti popolari) ed alterarne il sapore. Inoltre, così come altre sostanze presenti nel sangue della madre durante l’allattamento, passa nel latte, con il rischio di alterarne il sapore, e viene “bevuto” anche dal bambino.

 

Di conseguenza, nel sangue del neonato sono dosabili le stesse concentrazioni di alcol (alcolemia) della mamma. Il neonato può apparire sedato, più irritabile, affaticato nella suzione e possono comparire disturbi del sonno. In dosi elevate, l’alcol può comportare un’intossicazione acuta e danni allo sviluppo. Ribadito che l’astensione dall’alcol in allattamento è la scelta più sicura per la salute del neonato, nel caso in cui la mamma abbia assunto 1-2 unità alcoliche è necessario attendere almeno 2-3 ore prima di allattare.

Prima di tutto è necessario informarsi sui propri diritti (Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n.151 aggiornato 2018); inoltre può aiutare familiarizzare con le modalità di estrazione e di conservazione del latte e ad avere contatti e sostegno, anche da altri genitori.

 

Ovviamente anche il datore di lavoro ha un ruolo cruciale, ad esempio permettendo alle madri lavoratrici che allattano di portare il bambino al lavoro o di usufruire di un orario ridotto. Altre azioni concrete che possono essere messe in atto nei luoghi di lavoro per promuovere l’allattamento, evidenziate da UNICEF e OMS, sono: il congedo di maternità retribuito per un minimo di 18 settimane, il congedo di paternità retribuito, pause ed uno spazio sicuro, privato e igienico per allattare o spremere e conservare il latte, assistenza all'infanzia a prezzi accessibili e vicino al luogo di lavoro.

È stato calcolato che per ogni mese aggiuntivo di congedo di maternità retribuito, si potrebbe ridurre la mortalità infantile del 13%. Inoltre, le politiche a favore della famiglia ed un sostegno sociale inclusivo ed attento alla parità di genere supportano la partecipazione delle donne alla forza lavoro, migliorano la soddisfazione sul lavoro, aumentano la fidelizzazione dei dipendenti dell’azienda, portano ad una diminuzione delle assenze, aumentano il benessere delle famiglie aiutandole a gestire equamente la cura e a bilanciarla con il lavoro.

In alcune situazioni (es. rientro al lavoro) può essere utile conoscere le modalità di estrazione e conservazione del latte per continuare a darlo al neonato. Esistono tiralatte elettrici e manuali (da pulire e sterilizzare a ogni uso), ma la spremitura manuale è la più semplice e pratica, oltre che comoda ed economica. Di seguito i passaggi:

1. lavare mani e seni con acqua tiepida e sapone;

2. palpare dolcemente il seno alla distanza di circa 4 cm dal capezzolo, fino ad identificare una parte di seno con una consistenza diversa e lì porre il pollice e l’indice a C (il pollice sopra e l’indice sotto), sostenendo se necessario il seno con le altre dita;

3. spingere delicatamente pollice e indice all’indietro, poi premere il pollice contro l’indice, comprimendo il seno. In seguito, rilasciare la pressione e ripetere i movimenti più volte fino a che il latte inizia a fluire. Potrebbero volerci alcuni minuti, ma se non esce, avvicinare o allontanare le dita dal capezzolo, o massaggiare il seno;

4. quando la fuoriuscita di latte rallenta, cambiare la posizione della mano e ripetere le stesse manovre su un’altra parte del seno. Quando cessa, passare all’altro seno, allo stesso modo (è possibile alternare più volte i seni, se necessario).

Ad ogni spremitura è necessario raccogliere il latte in un nuovo contenitore di vetro o plastica pesante con coperchio, sterilizzato e a chiusura ermetica, segnando su un’etichetta giorno e ora, per controllare meglio la freschezza del latte.

 

Il latte materno si conserva molto bene: a temperatura ambiente (sotto i 25°C) dura 4 ore. In frigorifero (2-4°C) si può conservare ponendolo nel retro, non nello sportello, e deve essere consumato preferibilmente entro 5 giorni, mai oltre gli 8. Inoltre si può conservare il latte per più tempo nel comparto del ghiaccio (2 settimane) o nel freezer (massimo 6 mesi). In questi ultimi casi va posto poi in frigorifero per lasciarlo scongelare, ed usato entro 24 ore (non è poi possibile ricongelarlo).

Prima di dare il latte al bambino, va riscaldato alla temperatura di circa 37°C, e consumato subito buttando eventuali avanzi. È importante non utilizzare il microonde, in quanto riscalda in modo disomogeneo, con il rischio di scottature.

Per bambini pretermine o patologici ricoverati, la raccolta e conservazione del latte devono essere effettuate con indicazioni più stringenti e dettagliate, fornite generalmente dalla Terapia Intensiva Neonatale.

Quando non è disponibile il latte della mamma, il latte umano donato è l’alternativa più valida. Possono diventare donatrici tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita che allattano durante il primo anno, previa esecuzione di un semplice screening. La Onlus di riferimento èl’Associazione Italiana delle Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD), che si occupa della raccolta, il controllo, la selezione, il trattamento e la conservazione del latte umano donato, di concerto con i Centri di Neonatologia e di Terapia Intensiva Neonatale. Vedi lebanche del latte presenti in Italia e in Europa.

 

Un bambino allattato viene esposto a qualsiasi malattia contratta dalla madre, anche prima che se ne manifestino i sintomi. Quando la madre sviluppa gli anticorpi per combattere virus o batteri, trasmette quegli stessi anticorpi al bambino attraverso il suo latte, offrendogli così il modo di prevenire e combattere le malattie. Tuttavia, alcune malattie e alcuni trattamenti specifici non sono compatibili con l’allattamento; in questi casi è necessaria una consulenza specialistica.
Le possibilità di ricevere un sostegno per mantenere l’allattamento sono diverse, anche a seconda del luogo dove si risiede. I genitori possono rivolgersi a: operatori sanitari specificamente formati (pediatri, ostetriche, infermiere), ambulatori per l’allattamento, Consultori Familiari, consulenti professionali in allattamento (IBCLC), consulenti in allattamento della Lega per l'Allattamento Materno, figure volontarie di sostegno fra donne (peer support), gruppi di sostegno mamma-a-mamma.
 

Approfondimenti

 

Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno (2012), codice realizzato da OMS e UNICEF per contribuire ad assicurare ai lattanti una nutrizione sicura e adeguata.

“Allattare al seno è un investimento per la vita” (2016), opuscolo del Ministero della Salute.

Il mio latte non è acqua: come cambia la composizione del latte materno durante la crescita, articolo di UPPA.

Foreign Language Reources, Informazioni importanti per le neo mamme in diverse lingue - Baby Friendly Initiative.

“Allattamento e contraccezione”(2014) e "Allattamento durante la gravidanza" (2013), documenti del Ministero della Salute .

"Il latte di mamma non si scorda mai" (2013), campagna a cura del Ministero della Salute.

“Allattamento materno: un bilancio” (2012), commento a cura di Angela Giusti.

L'alimentazione dei neonati e dei bambini. Dichiarazione degli innocenti (2005). Realizzata nel 1990, questa dichiarazione è un manifesto su protezione, promozione e sostegno all'allattamento materno al fine del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio nel 2015.

Nota editoriale a cura di Leonardo Speri (2012) Articolo pubblicato nel Bollettino epidemiologico nazionale.

Regolamento concernente l'attuazione della direttiva 2006/141/CE per la parte riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento destinati alla Comunità europea (09/04/2009), decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Promozione dell'allattamento al seno in Europa (2004), documento presentato alla conferenza su "Promozione dell'allattamento in Europa" (Dublino 18 giugno 2004).

Un modo semplice per posizionare bene il neonato al seno ( 2008), articolo a cura di R. Cosentino pubblicato su Quaderni Acp.

La Comunità Amica dei Bambini per l’allattamento materno

Farmacie e sostegno dell'allattamento materno (2009), Dialogo sui Farmaci 2/2009: 79-80.

Dichiarazione UNICEF-OMS sull'allattamento al seno (1989), traduzione della dichiarazione congiunta UNICEF-OMS.

Ospedali & Comunità amici dei bambini e delle bambine (UNICEF) Pagina sul sito UNICEF sull'iniziativa Ospedale Amico dei Bambini per l'Allattamento Materno e Comunità Amica dei Bambini per l'Allattamento Materno e sulle tappe del percorso di riconoscimento di queste strutture.

Sito di informazione del Mami, contenente news sull'allattamento, il calendario degli eventi realizzati e numerosi materiali informativi.

International baby food action network italiano (Ibfan), sito che fornisce numerose informazioni sull'importanza dell'allattamento materno.

La Leche league Italia onlus, associazione di volontariato che sostiene le mamme nell'allattamento aiutando a ritrovare la fiducia in se stesse e fornendo informazioni aggiornate e scientificamente provate.

Associazione italiana consulenti professionali allattamento materno (Aicpam), sito che fornisce numerose informazioni sui consultenti professionali in allattamento materno (International Board Certified Lactation Consultants, Ibclc).

UNICEF e allattamento al seno, pagine del sito UNICEF dedicate al sostegno dell'allattamento materno.

Gli Ospedali Amici dei Bambini in Italia, elenco strutture accreditate.

“Early Initiation of Breastfeeding to Promote Exclusive Breastfeeding” (2018), World Health Organization.

Infant and young child feeding (16/02/2018),World Health Organization.

Area dedicata all'allattamento al seno del Ministero della Salute.

Banche del latte umano donato, Ministero della Salute.

Salute della donna - allattamento, Ministero della Salute.

Farmacia amica dell'allattamento materno. Progetto ideato da Il melograno e sperimentato a lungo da un farmacista veronese arrivando alla definizione di un protocollo di sostegno a mamme e neo-genitori per i farmacisti che aderiscono.

 
Ultimo aggiornamento: 28/04/2021
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