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Non bevete bevande alcoliche in gravidanza e in allattamento

categorie: 8 azioni 
 
Il consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza e l’allattamento ha effetti dannosi sulla salute del bambino. Qualsiasi bevanda alcolica passa la barriera placentare ed è presente nel latte: quando una mamma la beve, anche il bambino la “beve” con lei.

L’alcol agisce sull’organismo come sostanza tossica. Consumare bevande alcoliche durante la gravidanza e l’allattamento può danneggiare la salute del bambino.
La concentrazione di alcol registrabile nel sangue della donna che ha bevuto può essere riscontrata in uguale misura nel feto o nel lattante e può indurre lo sviluppo anomalo di tessuti e di organi del bambino.
Durante l’allattamento l’alcol, così come altre sostanze presenti nel sangue della madre, passa nel latte e quindi è “bevuto” anche dal bambino
Il consumo di alcol è associato a infertilità, aborti spontanei, parti pre-termine, basso peso alla nascita, morte perinatale, morte improvvisa del neonato (SIDS).
L’alcol può inoltre determinare un insieme di disabilità fisiche e mentali con diverse manifestazioni e livelli di gravità, denominato Disturbo dello spettro fetale alcolico (Fetal Alcohol Spectrum Disorder/s, FASD).
Gli effetti dannosi dell’alcol in gravidanza o durante l’allattamento sulla salute del bambino sono prevenibili non bevendo bevande alcoliche, pertanto l’indicazione posta dagli organismi di tutela della salute per la donna in età fertile è quella di non consumare bevande alcoliche, neanche in piccole quantità, quando: sta programmando una gravidanza, è in gravidanza, allatta.
 
 

Lo sapevi? 

 
L’alcol rappresenta il terzo fattore di rischio di malattia e morte prematura in Europa (dopo fumo ed ipertensione); nel 2016 ha causato il 5,3% di tutti i decessi mondiali (circa 3 milioni di morti) e il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura (Disability-Adjusted Life Years, DALYs). La mortalità attribuita al consumo di alcol è maggiore di quella causata da malattie come la tubercolosi, l’HIV/AIDS e il diabete.

L'alcol è una sostanza tossica, cancerogena (lo IARC lo ha classificato tra le sostanze del gruppo 1-sicuramente cancerogene) e provoca danni diretti ed indiretti alle cellule di molti organi, in particolare al fegato e al Sistema Nervoso Centrale. Il consumo di bevande alcoliche causa numerose patologie o ne aumenta il rischio di insorgenza (es. cirrosi epatica, pancreatite, epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione). L’alcol è una sostanza psicotropa: può alterare e modificare la sfera cognitiva, emotiva, affettiva e comportamentale di un individuo, e ha la capacità di indurre dipendenza. È responsabile di danni dovuti a comportamenti associati a stati di ubriachezza, come ad esempio comportamenti sessuali a rischio o incidenti.

L’alcol interferisce con il funzionamento delle ghiandole che regolano la produzione degli ormoni sessuali e questo causa una riduzione della fertilità sia nell’uomo che nella donna.

 

Nell’uomo si riscontrano fenomeni quali ipogonadismo, riduzione dei livelli di testosterone ed LH, aumento dei livelli di estrogeni, basso numero di spermatozoi ed alta incidenza di alterazioni morfologiche degli stessi.

Nelle donne l’abuso di alcol può essere responsabile di una minore produzione degli ormoni femminili determinando una insufficienza ovarica che si manifesta con irregolarità mestruali fino alla scomparsa del ciclo, assenza di ovulazione, infertilità e menopausa precoce.

L'organismo femminile, rispetto a quello maschile, è più vulnerabile agli effetti dell'alcol. Nella donna la quantità di alcol metabolizzato nello stomaco è in genere 4 volte inferiore a quella dell’uomo: ciò comporta che una quantità di alcol assunta dalla donna permane più a lungo nel sangue e a concentrazioni superiori rispetto a un uomo che ha assunto la stessa quantità.
Non esistono quantità pur minime di alcol che possono essere considerate non nocive per il feto, perciò si raccomanda di eliminare le bevande alcoliche già da quando si sta pensando ad una gravidanza e per tutta la sua durata.

 

L’alcol ingerito dalla gestante dopo pochi minuti attraversa la placenta. L’alcolemia registrabile nel sangue fetale diventa molto vicina a quella della madre e resta elevata per molto tempo, dal momento che il feto non può metabolizzare l’alcol. Di conseguenza, esso provoca uno sviluppo anomalo di tessuti e organi (effetto teratogeno), danneggiandone lo sviluppo. L’assunzione di alcol in gravidanza può portare a Disturbi dello Spettro Fetale Alcolico.

Con il termine Disturbo dello Spettro Fetale Alcolico (Fetal Alcohol Spectrum Disorder, FASD) non si identifica una diagnosi specifica, ma una gamma di quadri clinici che si manifestano in un ampio spettro di alterazioni fisiche, cognitive e comportamentali a breve e a lungo termine.

 

Può comportare malformazioni, danni neurologici, basso peso alla nascita, ritardo dello sviluppo psicofisico. Da un punto di vista cognitivo e comportamentale, si possono verificare difficoltà di apprendimento e di memoria, difficoltà di attenzione e della capacità di giudizio, difficoltà di linguaggio e problematiche sociali. Nel tempo possono comparire conseguenze secondarie quali disoccupazione, perdita della famiglia, maggiore morbilità e mortalità, uso di sostanze psicoattive, problemi psichiatrici, problemi scolastici, problemi con la giustizia.

Il Disturbo dello Spettro Fetale Alcolico può presentarsi in modi molto diversi, perciò la sua diagnosi non è semplice e rappresenta una sfida complessa, in continua evoluzione e ancora in corso. Poiché non sono sempre presenti alterazioni fenotipiche, è possibile che la diagnosi giunga solo quando compaiono le prime alterazioni di tipo cognitivo-comportamentale.
La forma clinicamente più riconoscibile di FASD è la Sindrome Feto Alcolica (Fetal Alcohol Syndrome, FAS), che ne rappresenta l’espressione più severa e conclamata.

 

La FAS è caratterizzata dalla presenza di alterazioni fisiche e mentali: ritardo nella crescita prenatale e/o postnatale; danni del Sistema Nervoso Centrale (alterazioni neurologiche, disabilità intellettiva e disturbi del comportamento); malformazioni craniofacciali caratteristiche (microcefalia, fronte alta e stretta, epicanto, fessure oculari strette, strabismo, orecchie bassoposte e ruotate indietro, naso corto, piatto e rivolto in alto, solco naso-labiale piatto, labbro superiore sottile, ipoplasia mascellare e mandibolare, micrognazia). Inoltre, possono essere presenti malformazioni congenite di tipo scheletrico, cardiaco, urogenitale, oculare, uditivo.

Molti considerano la Sindrome Feto Alcolica la causa di disabilità prevenibile, di tipo cognitivo e non genetico, più comune nel mondo occidentale. Secondo uno Studio Multicentrico dell’ISS, circa otto neonati su 100 sono esposti all’ alcol durante la vita intrauterina (analisi meconio).
L’assunzione di bevande alcoliche può comportare un danno fetale, che può essere di varia entità, in relazione a diversi fattori, quali: lo stadio della gravidanza, la quantità consumata dalla madre, la frequenza e la tipologia del consumo. In relazione al periodo di gravidanza, c'è una diversa vulnerabilità fetale al danno alcolico; infatti gli effetti dannosi sullo sviluppo si manifestano maggiormente nelle prime settimane di gravidanza, seppure possibili durante tutta la sua durata. Per questo il consiglio è quello di eliminare le bevande alcoliche già da quando si sta pensando ad una gravidanza e per tutta la sua durata.
Il consumo di un bicchiere di vino o di una birra piccola al giorno durante la gravidanza è associato a possibili disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento e dello sviluppo socio-emozionale del bambino, poiché l’alcol ingerito dalla madre giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ed il feto non può metabolizzarne neanche piccole quantità .
Il consumo di elevate quantità di alcol (di solito 4-5 o più unità alcoliche) in un arco di tempo molto ravvicinato (binge drinking) risulta essere più pericoloso del consumo della medesima quantità in un arco di tempo dilazionato, determinando conseguenze ancora più gravi e clinicamente riconoscibili.
Si fa spesso riferimento alla “unità alcolica” : essa corrisponde a circa 12 grammi di etanolo, contenuti in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino, in una lattina o bottiglia (330 ml) di birra, in una dose da bar (30 ml) di superalcolico.
L’alcol, provocando alterazioni ormonali, può inibire la produzione di latte (contrariamente a quanto riportano detti popolari) ed alterarne il sapore. Inoltre, così come altre sostanze presenti nel sangue della madre durante l’allattamento, passa nel latte, con il rischio di alterarne il sapore, e viene “bevuto” anche dal bambino.

 

Di conseguenza, nel sangue del neonato sono dosabili le stesse concentrazioni di alcol (alcolemia) della mamma. Il neonato può apparire sedato, più irritabile, affaticato nella suzione e possono comparire disturbi del sonno. In dosi elevate, l’alcol può comportare un’intossicazione acuta e danni allo sviluppo. Ribadito che l’astensione dall’alcol in allattamento è la scelta più sicura per la salute del neonato, nel caso in cui la mamma abbia assunto 1-2 unità alcoliche è necessario attendere almeno 2-3 ore prima di allattare.

Il consumo di alcol da parte dell’uomo nel periodo preconcezionale si associa, nel nascituro, a basso peso alla nascita ed alterazioni cognitive. Per questo la raccomandazione relativa all’astensione dall’alcol fin dal periodo preconcezionale è fondamentale per uomini e donne.
Le droghe attraversano la placenta e producono effetti sul feto. Le donne che fanno uso di sostanze spesso scoprono in ritardo la gravidanza e non ricevono tutti i controlli prenatali. Inoltre, tali sostanze possono interferire con le dinamiche del travaglio e del parto.

 

Le droghe attraversano la placenta e producono danni sul feto, dipendenti dalla qualità e quantità delle sostanze utilizzate e dalla loro interazione in caso di assunzione contemporanea. L’uso di sostanze illecite durante la gravidanza si associa ad alterazioni dello sviluppo di organi o sistemi fino ad aborto, basso peso alla nascita, parto pre-termine, distacco di placenta, anomalie congenite, alterazioni fetali ed altre complicazioni, che possono manifestarsi anche a distanza di anni nel corso dell’infanzia, come disturbi di tipo comportamentale (es. maggiore irritabilità).

Ci sono situazioni in cui l’OMS raccomanda l’astensione completa dal consumo di bevande alcoliche: prima dei 16 anni di età, durante la programmazione di una gravidanza, la gestazione e l’allattamento, se si assumono farmaci, se si è affetti da una patologia acuta o cronica, in caso di presente o passata dipendenza da alcol o di altro tipo, a digiuno o lontano dai pasti, prima o durante l’attività lavorativa, se si deve guidare un veicolo o usare un macchinario.
Se è necessario aiuto per evitare il consumo di bevande alcoliche è possibile rivolgersi al Ser.D. della propria città, ad associazioni di auto-mutuo aiuto o al medico curante. È possibile anche chiamare il Telefono Verde Alcol Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, tel. 800 63 2000

 

Approfondimenti

 

"M'ama Day", spot della Campagna "Mamma beve bimbo beve" (2012), realizzato dall'ex-Ulss 9 di Treviso.

Materiali sistematicamente aggiornati proposti dal Centro servizi documentazione alcol (Csda) dell’Osservatorio nazionale alcol propone, a supporto delle iniziative di sensibilizzazione (dal sito di Epicentro):

(pieghevole 3 ante “Alcol e gravidanza” ,

pieghevole 3 ante “Donna e alcol” ,

pieghevole 3 ante “Ragazze e alcol” ,

locandina “Alcol sai cosa bevi? più sai meno rischi!” ).

Depliant "Progetto Matrioska: alcol, gravidanza e maternità". Iniziativa dell' Ulss 6 di Vicenza.

"Guida alla diagnosi dello spettro dei disordini feto – alcolici" (2010).

"Alcol e gravidanza: smettere di bere è il comportamento più sicuro"(2015), articolo a cura di Emanuele Scafato (Osservatorio nazionale alcol, Cnesps-Iss) su EpiCentro.

"Perché parlare ancora di… acido folico… fumo… SIDS…prevenzione incidenti… lettura ad alta voce" , (29/09-01/10/2016, Pisa), relazione a cura di Speri L, Cazzato T. al X Congresso Nazionale FIMP.

Sindrome Feto Alcolica, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda “zero alcol” in gravidanza, Ministero della Salute.

Relazione al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati (2017), Ministero della Salute.

“Alcol in gravidanza, anche poco è un rischio per la salute del bebè"”, articolo del Corriere della Sera .

www.mitosi.eu. MITOSI è un laboratorio esperienziale per consentire alle donne in dolce attesa un percorso negli stili di vita sani da attuare per il benessere proprio e del nascituro. Il progetto fa parte del Programma MammePiù della Regione del Veneto.

Mamma beve bimbo beve, sito del progetto realizzato dalla ULSS di Treviso.

Too young to drink.

La Sindrome Feto-Alcolica, area dedicata alla prevenzione della FASD del Ministero della Salute.

Sindrome Alcol Fetale, pagina di Epicentro Meno alcol più gusto, sito della campagna di sensibilizzazione realizzata dalla Ulss 6 di Vicenza.

"National organization on fetal alcohol syndrome. Il sito americano sulla Fas.

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Ultimo aggiornamento: 07/12/2020
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